L’abbronzatura non è ‘vietata’ durante le terapie oncologiche

Libero Quotidiano.it

Durante le vacanze, al mare o in montagna, il sole non è da demonizzare anche se si è, o si è stati, in cura per un tumore. La bella notizia, niente affatto scontata, è che non solo ci si può concedere il piacere di crogiolarsi al sole, anche durante le terapie, ma addirittura fa bene. A patto di prenderlo consapevolmente e adottando alcune precauzioni. “L’esposizione al sole  procura innumerevoli benefici al nostro organismo ed è indicata anche durante il difficile percorso delle cure oncologiche – spiega Angela Noviello, direttore Italiana e coordinatore europeo di OTI-Oncology Training International, l’ente internazionale che prepara e certifica le estetiste a trattare i pazienti oncologici – innanzitutto stimola la produzione di serotonina, l’ormone del benessere, e melatonina, che aiuta a contrastare la depressione. Stimola la produzione di vitamina D, importantissima per le ossa, e contribuisce ad alleviare alcune patologie della pelle. Senza contare l’aspetto psicologico: concedersi una vacanza, andare in spiaggia, prendere il sole e nuotare o regalarsi il piacere di una bella camminata in montagna aiutano a recuperare un dimensione di normalità, troppo spesso perduta durante le terapie e di cui invece il paziente oncologico ha fortemente bisogno”. Occorre considerare, però, che l’organismo durante le terapie viene sottoposto a grande stress, quindi è importante imparare ad ascoltarlo e assecondarlo. Inoltre, la pelle dopo le terapie oncologiche, soprattutto chemio e radioterapia, è molto più delicata e sensibile, quindi più soggetta a scottature gravi.

Quali precauzioni. “Se si ha in programma una vacanza al sole – spiega Angela Noviello – la primissima cosa da fare è parlane con il proprio medico e farsi suggerire il giusto comportamento da adottare per non correre pericoli. In linea di massima sono sufficienti alcuni piccoli ma fondamentali accorgimenti: innanzitutto evitare le ore più calde, ma questa regola vale un po’ per tutti. In secondo luogo, usare sempre una protezione molto alta e mantenere la porzione di tessuto irradiato dalle terapie coperta  con una maglietta in cotone chiaro. Le creme con fattore di protezione anche molto alto, infatti, non schermano completamente dai raggi UV, e trattandosi, come detto, di una pelle foto sensibilizzata dalle terapie non è il caso di correre il rischio di scottarla e irritarla.  Ed è per questo che sarebbero da preferire creme con filtri solari fisici, perché meglio tollerati dalla pelle sensibile. Altro aspetto da non trascurare”, prosegue Angela Noviello, “è l’idratazione. La pelle durante le terapie tende a seccarsi, quindi ha bisogno di essere idratata sia dall’interno sia dall’esterno. Oltre a grandi quantitativi di acqua e frutta e verdura, che idratano e forniscono all’organismo sali minerali e vitamine, occorre utilizzare creme idratanti e lenitive che normalizzino la pelle, meglio se prive di derivati del petrolio, siliconi, profumi e conservanti chimici. Meglio preferire prodotti a base di oli vegetali, emulsioni naturali e filtri fisici”. Se si frequentano piscine e spiagge, attenzione alle infezioni batteriche e virali, cui l’organismo sottoposto a terapie oncologiche è più esposto. “Infine – conclude Angela Noviello – vale la regola d’oro di proteggere la testa dal sole: cappelli, ma anche bandane e docce frequenti aiutano a evitare colpi di calore e insolazioni”.  (LARA LUCIANO)


Data: 8 Settembre 2015