Il tumore si batte anche con l’estetica.

In città l’esperienza del San Raffaele

Tra pochi giorni via al corso per infermiere ed estetiste da Santini

C’È UN ANGOLO di paradiso, dopo l’inferno della malattia. L’esperienza del San Raffaele approda a Empoli. L’ospedale milanese ha da tempo uno spazio speciale, dove si mette in pratica la cosiddetta umanizzazione delle cure, dove il recupero della salute non è l’unica sfida che le pazienti oncologiche si trovano ad affrontare. Il progetto «Salute allo Specchio » è un servizio unico in Italia, che va ad integrarsi al tradizionale percorso di cura. Valorizzare bellezza e femminilità nonostante il cancro che devasta il corpo e l’anima, e i capelli che cadono, è la missione che il team del San Raffaele porta avanti da 4 annL Le donne si affidano al make-up artist: in un contesto diverso da quello ospedaliero, come star sul set di un servizio fotografico, recuperano piano piano fiducia e sicurezza. Con il progredire delle cure l’immagine va salvaguardata; e allora le pazienti tornano a sentirsi belle, giocano a scambiarsi le parrucche e i foulard colorati. Non parlano delle malattia. «Succede di tutto. Piangono, ridono. E’ bellissimo». Lo ha raccontato a 70 estetiste e infermiere empolesi Angela Noviello, ospite all’ Accademia San tini, dove il20 febbraio inizierà un corso di alta formazione di estetica oncologica. Quello adottato a Milàno è un metodo importato dagli Usa. Un modello che potrebbe approdare a Empoli, operando in sinergia con Astro e con il Centro Donna, due realtà che rappre$entano già un punto di riferimento per le attività di prevenzione, diagnosi e terapia. L’incontro di ieri è stato un crescendo di emozioni. Tante le storie condivise. Viviamo
il dramma della malattia quotidianamente – commenta Ambra Gulino, estetista di Certaldo – . Ci sono sempre più clienti colpite, e sono sempre più giovani.
E’ necessario sapere come approcciarsi». Cinzia Paroli di Empoli, è l’ottava di dieci sorelle, «due delle quali colpite dal tumore. Sono qui perché sento fone l’esigenza di fare qualcosa, a livello umano e professionale». Da Firenze, Mara Massetani operatore olistico, crede che «la professione dell’estetica nei duri momenti della malattia possa essere un valido supporto». Poi, la storia di Monica Passeri, di Varese, che a 48 anni ha scopeno di avere il cancro. La racconta la sorella gemella, Giovanna, imprenditrice residente a Empoli. «Ho condiviso con lei tutto il viaggio intrapreso al San Raffaele. In un momento di totale apatia, ci ha fano im:provvisamente sentire la sua vogha di tornare a vivere». La svolta è arrivata al secondo incontro di « Salute allo Specchio », dopo 8 mesi di chemio. Pian piano la rinascita. «Da familiare ho vissuto il progetto come un dono, per lei e per noi. Voglio che qualcosa di simile nasca anche a Empoli, voglio farne parte, da volontaria. Voglio restituire quello che di bello ho ricevuto dalla vita».

L’esperta

«È essenziale creare una rete e coinvolgere un’associazione»

« Il progetto Salute allo specchio è nato il giorno del mio compleanno. Il primo gruppo pilota al San Raffaele ha preso forma nel 2013 » L’estetica oncologica secondo l’esperta Angela Noviello – direttore Italia e coordinatore per l’Europa di Oncolog Esthetics – è una rivoluzione, un modello da esportare. Replica anche a Empoli. Pimo step, formare il personale. « Se non si sa come trattare si può interferire con la malattia e cosi le terapie in atto. Compresi i limiti e le potenzialità della nostra professione, si può anzi, si deve agire. È fondamentale creare uina rete, contare sull’appoggio di un’associazione. L’estetista non è riconosciuta come figura sanitaria e difficilmente riuscirebbe a penetrare la barriera ospedaliera se non attraverso ONLUS che già si occupano del sostegno di pazienti oncologiche ».
È un lavoro di équipe: le estetiste agiscono sempre di concerto con il responsabile del reparto oncologia dell’ospedale di riferimento. Qualcosa in Toscana si sta già muovendo. « A piccoli passim ma l’obbiettivo è aprirsi al territorio ». Empoli potrebbe fare la sua parte. Intanto, dopo il corso in accademia, sarà creato un gruppo di professioniste che lavoreranno sul campo.

Ylenia Cecchetti

La Nazione


Data: 9 Febbraio 2017