Estetica oncologica e radioterapia

Angela Noviello
Direttore Italia, Formatore e Coordinatore Europa OTI
OTI Oncology Esthetics

 

Tra le tante terapie a cui si devono sottoporre i pazienti oncologici spesso incontriamo la radioterapia.
Questa svolge la sua azione in un area ben delimitata del corpo a seguito di quella che viene definita in gergo scientifico centratura.

La radioterapia è programmata in cicli di sedute che di solito hanno luogo all’interno della struttura ospedaliera.
I pazienti di solito si recano presso la struttura dal lunedì al venerdì alla stessa ora per un numero ben preciso di sedute. Anch’essa porta però con sé una serie di effetti collaterali, non trascurabili, infatti una percentuale piuttosto elevata  di persone sottoposte a radioterapia solitamente sperimenta oltra ad una sensazione di affaticamento e stanchezza  la così detta radiodermite.
La radiodermite è una reazione limitata alle aree della pelle che sono state irradiate. I cambiamenti della pelle sono numerosi, soggettivi ma possono essere contenuti  e addirittura prevenuti se si esegue la corretta profilassi.

L’entità del danno dipende dal numero delle sedute e dall’ampiezza dell’area trattata.
La cute a seguito delle sedute si comporta esattamente come quando si prende il sole in modo incauto. La radiodermite comincia a manifestarsi generalmente entro una decina di giorni dall’inizio della terapia stessa. La sua insorgenza varia a seconda dell’intensità della dose di radiazioni e della normale sensibilità del tessuto cutaneo della persona trattata e può essere classificata come acuta (se si manifesta in tempi brevi) o cronica (se i suoi effetti collaterali compaiono e si protraggono nel tempo). Le alterazioni cutanee che si possono generare  vanno dal leggero eritema (arrossamento), all’edema, alla  desquamazione (desquamazione secca o essudativa), alla necrosi cutanea  e ulcerazione, a seconda della gravità della reazione.

Il National Cancer Institute (USA) ha sviluppato 4 criteri per la classificazione della radiodermite:

Grado 1 – Leggero eritema 

Grado 2 – Eritema moderato e desquamazione  

Grado 3 -Desquamazione umida e edema, piaghe accompagnate dalla sensazione di prurito

Grado 4 – Necrosi cutanea o ulcerazione del tessuto

L’evoluzione degli effetti collaterali attraversa tutti gli stadi dal grado 1 al 4 e già fin dai primi sintomi le persone in terapia si affannano alla costante ricerca di un prodotto topico che possa generare sollievo. Ovviamente lo stadio 3 e 4 richiedono l’intervento di un medico specializzato e un indicazione all’assunzione di farmaci specifici. E’ sempre importante però poter intervenire tempestivamente in quanto nei casi più gravi spesso i pazienti sono costretti purtroppo a sospendere le sedute.

I cambiamenti, che invece intervengono durante ma soprattutto a seguito delle sedute sono caratterizzati da:

  • Dilatazione  di pori / follicoli
  • Aderenze
  • Fibrosi
  • iper o ipocromie
  • telangiectasie

Alla fine delle terapie è raccomandabile avere sempre cura della cute e monitorare eventuali cambiamenti, infatti potrebbero manifestarsi nel tempo anche neoformazioni cutanee  che possono anche derivare da un’esposizione ripetuta alle radiazioni e che possano necessitare di un attenzione particolare.

Solitamente si raccomanda di esporre alle radiazioni la cute pulita priva di alcun prodotto cosmetico, anche se alcuni studi scientifici stanno cercando di verificare se sia possibile proteggere la cute durante la sessione di terapia, pertanto i pazienti devono recarsi in ospedale con la pelle perfettamente detersa e priva di qualsiasi prodotto.

In ogni caso è sempre bene consigliare alla persona in terapia di confrontarsi con il proprio  medico per valutare quali prodotti utilizzare una volta a casa durante il periodo delle sedute, sarebbe opportuno comunque cominciare a preparare la cute 15 giorni prima dell’inizio del percorso di terapia con un buon prodotto idratante, sostituire il gel per la doccia con un latte o un olio detergente (tamponare la cute con un asciugamano morbido senza strofinare) e applicare al termine della seduta un prodotto lenitivo anche più volte nell’arco della giornata e per un mese dopo la fine della terapia. Per far sì che la cute poi possa guarire nel modo migliore si consiglia di non esporre al sole l’area irradiata per i successivi 6 mesi.

Vige sempre la stessa regola prevenire è meglio che curare.


Data: 21 Aprile 2021

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